MOGI Caffè vi accompagna in un viaggio nell’eleganza italiana: un’esperienza nel gusto e nell’ospitalità, con accoglienza ed entusiasmo. La prima tappa ci porta nel cuore di Roma ad incontrare Alessia Meli, che coordina l’offerta dell’esclusivo Palazzo Ripetta con passione, saper fare ed empatia, assaporando MOGI Caffè.
Qual è l’atmosfera che contraddistingue Palazzo Ripetta e come si rispecchia nella sua proposta?
L’atmosfera di Palazzo Ripetta è accogliente e raffinata: qui il lusso è misurato ed elegante, e si esprime con sorrisi ed empatia. Elementi importanti, anche nella scelta dei membri dello staff: il concetto di saper fare per me non è relegato alla sola tecnica ma si esplicita in una definizione più ampia, composta di hard e soft skills. La tecnica migliora e si delinea con l’esperienza, l’attitudine – la disinvoltura, l’onestà, il sorriso, la gentilezza, il garbo – è innata: l’ospitalità ha tutti questi elementi nella sua natura. Valorizzo le singolarità di ogni team member, dando loro spazio e valore, creando un insieme alchemico piacevole per gli ospiti e stimolante per lo staff: ognuno di loro riserva un’esperienza diversa, ma ugualmente discreta ed elegante, di lusso. Le scelte della proposta del Food & Beverage, invece, sono guidate dalla ricerca, dalla curiosità e dall’imprinting che ho ricevuto in famiglia fin da piccola: amo tutto ciò che è incluso nel concetto di ristorazione, è un amore innato che è oggi il mio lavoro. I miei genitori mi hanno guidata nella scoperta dei sapori genuini e nella conoscenza dei vini di qualità. Sono un’appassionata fruitrice, adoro provare tutto: dai cocktail bar, ai ristoranti, agli hotel. Amo vivere le esperienze in toto, ricerco e studio i trend del settore, al fine di offrire sempre ai nostri Ospiti un’esperienza di piacere, che dia loro la stessa gioia che io provo nel proporla.
Come avviene l’incontro tra Alessia Meli e Palazzo Ripetta?
È stato immediato, folgorante, totalizzante. Ho ricoperto la posizione di Food & Beverage Operation Manager a tutto tondo sin dal primo istante. Sono un segno di fuoco e vivo pienamente tutto quello che faccio: Palazzo Ripetta è per me una casa in cui accolgo con gioia chiunque ne varchi la porta. La fiducia e la stima sono alla base del progetto ideato. Abbiamo lavorato insieme per costruire un’idea di lusso, di ospitalità e di hôtellerie, nuova e diversa. Devo ammettere che ad oggi, l’entusiasmo, mio e del team, è cresciuto e continua a crescere.
Quali le differenze, e le sfide, rispetto alle esperienze precedenti?
A Palazzo Ripetta mi occupo del benessere e dell’esperienza dei clienti sotto ogni aspetto, curando ogni dettaglio: dalla prima colazione, all’offerta e al servizio del San Baylon, dagli aperitivi al cocktail bar o in Piazzetta Ripetta, agli eventi, sia privati che aziendali. Credo che l’ospitalità debba essere liberata dagli stereotipi dell’hôtellerie classica, che crea un immaginario spesso caratterizzato da freddezza e distacco: lusso ed eleganza risiedono anche nel sorriso, nell’empatia, nella disinvoltura concessa dall’expertise e dai valori aziendali. Ad ogni Ospite offriamo un’esperienza di piacere discreta e lussuosa, indipendentemente dall’occasione per cui viene accolto a Palazzo Ripetta.
Palazzo Ripetta, stile italiano e MOGI: una storia di gusto ed eleganza?
MOGI e Palazzo Ripetta condividono una visione e un modus operandi che parla della loro identità: in entrambe le aziende, ogni progetto che viene ideato e realizzato è sentito, voluto, pensato e guidato da scelte etiche precise, dalla ricerca dell’eccellenza, dalla qualità e dal pensiero, raccontando il gusto italiano e la cultura dell’ospitalità. Oltre ad offrire loro pause italiane con MOGI, a breve omaggeremo gli ospiti di Palazzo Ripetta con una lattina MOGI per prolungare la loro esperienza di lusso e gusto italiano.
Infine, parlando di un aspetto che per MOGI è molto importante, ovvero la parità di genere e l’empowerment femminile: in passato ha dichiarato di non aver incontrato criticità o discriminazioni nel mondo del food&beverage grazie al suo carattere e a un “atteggiamento di neutralità”. Che cosa intende, nella pratica?
Come tutti, ho i miei pregi e difetti, ma credo nell’onestà e nell’espressione sincera delle opinioni: nella mia carriera, non ho percepito nessun ostacolo legato al genere. Ricordo solo una leggera diffidenza iniziale, in tempi remoti, da una parte di uno staff con cui mi trovai a collaborare, ma a posteriori posso affermare che non fosse una resistenza legata al genere quanto ai singoli componenti. Ho avuto tante occasioni; ho incontrato persone che hanno intuito un potenziale e mi hanno permesso di esprimerlo. Qui a Palazzo Ripetta, sono la curatrice della divisione ristorativa della struttura ed è una posizione che ricopro per la prima volta.
Mi sento di dire che oggi talvolta accade di assistere a situazioni in cui, in nome della parità, importanti occasioni vengono affidate anche a persone non del tutto meritevoli: le opportunità dovrebbero essere in funzione delle competenze e delle esperienze, non del genere. Con “atteggiamento neutrale” intendo questo: un concetto puramente meritocratico.
