Il viaggio con MOGI nell’eleganza dell’ospitalità prosegue e ci porta nella magica Parigi, e più precisamente sulla Rive Gauche: siamo accolti nella casa di J.K. Paris, sede francese dell’eccellenza dell’hôtellerie italiana J.K. Place. Fondata da Ori Kafri, suo padre Jonathan Kafri (J.K.) e dal loro business partner Eduardo Safdie nel 2003, J.K. Place accoglie i suoi ospiti a Capri, Roma e Parigi con cura e gentilezza. Location uniche in ogni destinazione, accurato e selezionato design per gli interni, stanze pensate nei minimi dettagli per un’esperienza esclusiva, finiture impeccabili e materiali pregiati, massima dedizione alla relazione con gli ospiti: questa la ricetta vincente di J.K. Ad introdurci a questo soggiorno di piacere, Riccardo Ortogni, General Manager di J.K. Paris.
J.K. è sinonimo di ospitalità, eleganza e raffinato stile italiano: quali sono gli elementi che caratterizzano J.K. Paris e che cosa racconta dell’Italia ai suoi ospiti?
Seguendo l’intuizione dei loro founders, i J.K. Places non si considerano hotel ma case, in cui gli ospiti vengono accolti, coccolati, ascoltati e soddisfatti in tutte le loro esigenze con una relazione di fiducia. La scelta di avere un numero limitato di camere nelle case di J.K. è coerente con lo scopo di potersi dedicare agli ospiti, dando loro cura e attenzione. Dopo Firenze, Capri e Roma, J.K. è entrato a Parigi in punta di piedi, ma scegliendo una casa speciale in una posizione esclusiva e strategica sulla Rive Gauche. Qui abbiamo portato la filosofia e l’eleganza J.K., con la sua inconfondibile italianità: gli spazi sono stati progettati dall’Architetto Michele Bonan (autore di tutti i progetti J.K.); MOGI accompagna gli ospiti nel gesto e nel rito del caffè, declinato con diverse preparazioni per quanti ancora non sono “educati” all’espresso corto; la musica diffusa nella casa trasporta negli anni ’60-’90; il profumo Ambra Alamut di Lorenzo Villoresi avvolge gli ambienti. E poi, fondamentale e inconfondibile, l’attitudine e l’accoglienza italiana.
Qual è il suo percorso con J.K. e quale la sua visione di ospitalità?
Ero Manager di un resort nel cuore della Maremma toscana, un territorio e una realtà molto diversi da quelli in cui mi trovo ora, quando è passato il treno per Parigi. Sono salito al volo: non conoscevo la città ma era una sfida allettante, che faceva sognare e che ho affrontato con voglia ed entusiasmo. La filosofia dell’ospitalità di J.K., che ho condiviso e abbracciato totalmente, è basata sulla gentilezza. La gentilezza è una scelta che compiamo tutti i giorni, non solo nell’ospitalità, è un’attitudine quotidiana che segna la differenza nei nostri gesti e nelle nostre relazioni. E questa stessa attitudine positiva nei confronti di colleghi e ospiti genera un ambiente sorridente, in cui si ritrovano visitatori italiani, americani, canadesi e molti repeaters affezionati provenienti da tutte le parti del mondo.
Abbiamo sfogliato con curiosità e sorpresa Bellosguardo, la pubblicazione che racconta J.K.
Il volume celebra i 20 anni del brand J.K. Place, ripercorrendone la storia dal 2003 fino all’imminente apertura a Milano prevista per il 2025 in via Borgospesso. Negli anni l’identità è rimasta forte e coerente, nell’estetica e nella filosofia: amiamo ancora trascorrere tempo con gli ospiti, conoscerli, comprenderli e instaurare con loro una relazione.
Qual è la relazione tra J.K. Paris e MOGI caffè?
Il caffè MOGI all’interno di J.K Paris è simbolo dell’italianità e del gesto rituale. Con MOGI condividiamo un’attitudine che ci porta ad ascoltare con gentilezza e rispetto chi ci sta vicino e a condividere con entusiasmo le esperienze e le tradizioni. Il caffè MOGI è profondamente apprezzato dai clienti, che spesso desiderano acquistarlo per prolungare il gusto e il piacere una volta tornati a casa. E poi una curiosità: abbiamo fatto un esperimento, posizionando una macchina del caffè nella palestra del J.K.: un successo tra gli ospiti!